Quante volte ci sarà capitato di arrivare a un certo punto e non farcela più… iniziamo a sentirci nervosi, agitati, irritati. Iniziamo a sentirci stretti dentro il ruolo, il compito o il dovere che stiamo svolgendo, iniziamo a provare frustrazione perché non vorremmo essere qui in quel momento. Iniziamo ad accusare gli altri e la situazione che ci complicano la vita o che ci costringono a fare o diventare ciò che non vogliamo.
Ecco, in tutte queste situazioni, è importante fermarsi e scegliere! Quando arriviamo a toccare il nostro limite e a crollare, vuol dire che abbiamo perso il controllo delle nostre azioni e la libertà di azione. Ci sentiamo in preda alla situazione, vittime di un sistema che non abbiamo voluto, costretti a fare ciò che più si allontana dal nostro volere. E stiamo male. In questi momenti, è importante fermarsi, perché i sentimenti che stiamo provando sono un chiaro segnale del nostro malessere. Ed è importante chiedersi dove ci siamo persi, dove abbiamo perso la libertà di scelta delle nostre azioni. Nello sviluppo, la fase dei “no” è fondamentale (infatti compare ben 2 volte durante la crescita: intorno ai 2 anni e nell’adolescenza) perché ci permette di introdurre una alternativa ai “sì”, così anziché accettare per obbligo o sottomissione, accettiamo perché lo scegliamo, perché lo vogliamo. Allo stesso modo, sapere che possiamo scegliere di continuare a fare ciò che facciamo perché abbiamo a disposizione la possibilità di smettere, rende le nostre azioni libere e volute, non obbligate o imposte. E questo ci permette di acquisire padronanza di noi stessi. Quando ci chiediamo “ma perché sto facendo questo?” possiamo:
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AutoreSono Anna Gigliarano, psicologa psicoterapeuta sistemica. Categorie
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